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Erwin Arclight e Simin Marshall

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    Era stata una lunghissima settimana, almeno a mio modesto parere: sei giorni di lezioni, ognuna con una classe diversa con diverse esigenze, ognuna che aveva dei compiti che poi toccava a me correggere ogni volta. Quando avevo lasciato il mio posto fra gli Auror in Francia, dove avevo vissuto per un po’ – non intendevo rischiare di rimanere sfregiata a vita in ogni caso, grazie tante; ero troppo carina –, non pensavo che mi sarei trovata a faticare di più per seguire una mandria di studenti scalmanati piuttosto che inseguendo criminali.

    Che vita dura … chi se lo aspettava?

    Pensai, finendo di truccarmi, utilizzando sapientemente rossetto e blush, per poi spazzolarmi i capelli con attenzione. Adoravo essere perfetta e attraente, e adoravo quando le persone si giravano a guardarmi. Sapevo benissimo di essere bella, ed ero perfettamente consapevole delle reazioni che scatenavo nelle persone intorno a me. Mi piaceva sentire addosso gli sguardi invidiosi e desiderosi, e non mi importava che si trattasse di babbani o maghi … oh certo, prima o poi mi sarei trovata un ricco marito purosangue, ma sapevo che non avrei smesso mai con i miei divertimenti e le mie scappatelle. Non ero adatta a fare la moglie trofeo, anche se sapevo fingere benissimo all’occorrenza. Del resto mi ero finta per un sacco di tempo la tranquilla e silenziosa figlia dei Marshall, quando in realtà passavo il mio tempo a divertirmi. Solo Rahim e pochi altri mi conoscevano davvero, avrei giurato che solo un paio di persone oltre al mio gemello fossero state in grado di vedere la vera me. Di certo, nessuno di loro era stato in grado di intrigarmi così a lungo da farmi rinunciare ai miei desideri e alla mia libertà per loro!

    Bene bene …

    Quel giorno ero andata ad Hogsmead, gli studenti non sarebbero arrivati che il giorno dopo e io avevo deciso di sfruttare una delle mie giornate libere per rilassarmi; in particolare mi recai alla Testa di Porco, lasciandomi cadere con eleganza su una sedia, le dita strette attorno al mio bicchiere di Fire Whiskey, aspettando solo che arrivasse qualcuno degno della mia attenzione. Sapevo di avere gli occhi dei pochi avventori puntati addosso, e per il momento mi limitavo a crogiolarmi nei loro sguardi desiderosi, sapendo benissimo che tipo di reazioni potevo scatenare negli uomini.
     
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    Crescere aveva permesso Erwin di diventare forte, rispettato e riconosciuto nel mondo magico. Molti si sarebbero lamentati del fatto che diventare adulti facesse schifo, perché bisognava mettere la testa apposto, bisognava caricarsi di responsabilità pensieri e persino preoccupazioni. Figuriamoci per gli auror che avevano molte più cose da fare, molte più responsabilità, la sua vita che era costantemente in pericolo. Lui no, trovava tutto quello entusiasmante, poteva bere quanto gli pare, lasciarsi andare con le donne quanto gli pareva, senza vincoli e senza sottostare a regole particolare, non come quando era ad Hogwarts; lì si che dovette trattenersi per non sforare ogni volta le regole e pregiudicare il proprio futuro. Essere adulti per lui era davvero magnifico, nonostante tutto, anche se dovette ammettere che rimpiangeva alcune cose da adolescente come l'intrigo di violare le regole o intrattenersi in rapporti molto più che amichevoli con il gentil sesso.
    Direi che ci siamo, dato che domani non devo lavorare, mi sa che me ne vado a bere!
    Non aveva legami e non aveva una famiglia a cui fare ritorno o per meglio dire, non una famiglia acquisita. La sua famiglia originaria era lì sempre nel medesimo posto ad attenderlo, anche se onestamente non li andava a trovare così spesso. Per lo più lui non aveva mogli, figli, compagne o interessi amorosi e non dovendo rendere conto a nessuno, poteva fare davvero quel che voleva.
    Dopo essersi vestito, mettendosi un jeans di colore blu strappato, t-shirt bianca, giubbotto di pelle marrone e scarpe sportive, lasciò la propria abitazione, dirigendosi al testa di porco, solito pub che frequentava ogni qualvolta poteva. La giornata fu relativamente impegnativa per lui, come auror, quindi rilassarsi per lui era quello di andare a bere qualcosa al pub e perché no sperare di fare qualche incontro piacevole.
    Al suo interno vide di tutto, anche se non era poi così tanto pieno come si aspettava. Ognuno era disposto in maniera omogenea al suo interno, chi era in singolo, chi era in gruppo, insomma erano sparpagliati un po' ovunque, seppur ci furono diversi posti liberi ancora. in cerca con lo sguardo qualcosa che potesse attirare l'attenzione, vi era non troppo lontano da lui, una donna, una dai capelli biondi che dava le spalle al ragazzo.
    Ha davvero dei bei capelli. Non so somigliano a qualcuna che ho già incontrato.
    Apparentemente tranquillo, cercò di percorrere il locale e con affare innocente, cercò di superare la ragazza, per capire se la sua sensazione fosse corretta oppure era semplicemente una sconosciuta da poter abbordare. Fu fortunato in entrambi i casi, perché quel volto, quel dannato volto era riconoscibile da lontano un miglio, un volto afferrato moltissime volte e in moltissime circostanze era lei.
    Fece dietro front e senza preambolo e senza troppi complimenti, si sedette proprio affianco della ragazza.
    Guarda, guarda, chi si vede. La mia cara Simin. E' da un po' che non ci si vede, splendore. Affermò, cercando di farle capire chi fossi. Dubitava che si fosse scordata di Erwin, dopo tutto il tempo passato assieme, quindi era convinto di essere riconosciuto e inoltre farle quella sorpresa, anche se lo era anche per lui considerando che non sapesse nemmeno che frequentasse quel locale.
    Di la verità ti sono mancato eh? Aggiunse poi, ammiccando in sua direzione. Era fatto così, flirtava, giocava e ci provava con le donne, che male c'era? Le risultava naturale fare così, soprattutto se si trattava con quella bellezza di Simin.
     
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    Io e la Testa di Porco eravamo vecchie conoscenze: era lì che durante gli anni di scuola mi ero sempre rifornita di alcolici e altre cose per le mie famose feste clandestine (una l’avevo anche tenuta in Sala Grande!), e sempre lì ero solita “rifugiarmi” con la mia fiamma del momento. Pochi lo sapevano in effetti, ed era una fortuna, ma sul retro c’erano delle stanze relativamente pulite – o perlomeno non troppo sporche – che potevano essere affittate per pochi galeoni. Al vecchio proprietario non era mai importato di chiedere l’età dei suoi clienti: gli bastava il tacito accordo di stare zitti sia sul fatto che vendeva alcolici ai minorenni che sulla situazione “camere in affitto agli adolescenti in calore”, entrambe cose che potevano essere ignorate dagli insegnanti solo finché nessuno ne parlava. Beh, quello e soprattutto della moneta sonante per farsi dare le chiavi. Personalmente non ci ero più tornata dopo la fine della scuola (avevo di meglio, e con gli anni ero diventata molto più schizzinosa), e mi chiedevo se l’uomo dietro al bancone mi avrebbe affittato una di quelle camere pur sapendo benissimo che ero una professoressa. Beh, ero anche una sua vecchia cliente visto che avevo messo piede alla Testa di Porco quasi dieci anni prima. Ero giusto immersa in piacevoli ricordi provenienti dal passato, quando uno dei protagonisti di quei ricordi e delle scorribande nel retro della Testa di Porco mi piombò davanti.

    Erwin. Sei invecchiato bene

    Lo presi in giro, facendo scorrere senza pudore gli occhi lungo quel corpo che conoscevo a memoria. Ci eravamo separati parecchio tempo prima, ma da allora dovevo ammettere che Erwin non era peggiorato per niente. Anzi. Come il vino, ogni anno diventava più attraente: erano entrambi ragazzini l’ultima volta che ci eravamo visti, ma in quel momento me lo ritrovavo davanti come un uomo. E la cosa mi piaceva non poco.

    Baby, sei mancato a me quanto io sono mancata a te

    Risposi con un mezzo sorriso, mangiandomelo con gli occhi mentre prendevo un altro sorso dal bicchiere. Era rimasto attraente: anzi, era perfino migliorato da quando lo conoscevo. Niente male davvero.

    Quindi dimmi … ti sono mancata?

    Gli rivolsi un sorriso sornione, ben consapevole di avere i suoi occhi addosso.
     
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    Niente da fare, ogni volta che vedeva Simin, dentro di lui, si accendeva un fuoco della passione tale da non resistere nemmeno per un secondo. Certo, in quel preciso istante dovette trattenersi un po' troppo per i suoi gusti, ma alla fine il tempo era dalla sua parte, anche perché insomma si erano rincontrati da pochi minuti e di sicuro da quel momento in avanti i due non si sarebbero più persi di vista. Lei a distanza di anni era diventata ancora più bella ed affascinante, fu difficile toglierle gli occhi di dosso, anche perché da sempre era una bella ragazza, ma lo era diventata ancora di più nel corso degli anni. Loro due erano fatti così, amavano flirtare, scherzare ammiccare reciprocamente, si conoscevano affondo, quindi entrambi sapevano quali corde premere, sapevano come comportarsi con l'altro, insomma, nonostante tutto tra loro due vi era da sempre un bel rapporto. Probabilmente dal punto di vista di Erwin, era l'unica donna al mondo a saperlo prendere come si deve, senza troppe pretese, conoscendo realmente il ragazzo per come era davvero. Preferì pensare che anche per lei fosse la stessa cosa, preferì credere da anni oramai di riuscire a capirla realmente, di conoscerla abbastanza da poter dire con certezza cosa pensasse, cosa si tenesse dentro, più di chiunque altro, tralasciando suo fratello gemello ovviamente.
    Non accaso entrambi si riconobbero istantaneamente, seppur non si vedessero da anni. La stessa donna continuò ad essere se stessa, maturando certamente, ma di base era la sempre e solita Simin provocatrice.
    Se non ti conoscessi, me la sarei presa per il vecchio. Commento scherzosamente, continuando a squadrarla dalla testa ai piedi, sapendo che da uno come lui non le desse particolarmente fastidio tale atteggiamento. Te invece sei ancora più bella dall'ultima volta. Sei sempre stata una delle più belle della scuola, ma con gli anni ti sei superata. commentò facendole l'occhiolino. Si amava provocarla, amava cerare di entrare nella sua testa e farle accendere quel desiderio di passione che anni addietro provavano reciprocamente e per molto tempo.
    Anche lei non se lo fece ripetere due volte, sentendo gli occhi di quella splendida donna scrutare il proprio corpo, così come Erwin stesso fece e continuò a fare, continuando a provocare come aveva iniziato l'auror, insomma, tempo di cinque minuti ed entrambi ripreso a giocare come se nulla fosse. Gli era sempre piaciuto quel rapporto, quel rapporto unico che solo con lei aveva e gli dispiacque particolarmente di aver perso i contatti e i rapporti con quella donna.
    Se mi sei mancata? Disse iniziamene sorridendo, avvicinandosi piano piano al suo orecchio per sussurrale qualcosa, Mi sei talmente mancata che ti ho riconosciuto subito dai tuoi splenditi capelli e senza contare che ti sarei saltato addosso in due secondi. rispose poi, provocandola e sorridendo, tornando al suo posto e ordinando una birra per sé e un secondo giro per la donna, nel caso in cui avesse finito quel che già aveva, programmando di pagare lui stesso anche per lei, giusto una cortesia dei vecchi tempi.
    Dolcezza, ho saputo che hai iniziato ad insegnare ad Hogwarts, sono contento che ti sei realizzata. Immagino già quante persone hai conquistato e stavolta sei persino senza limiti. Se non ti conoscessi, potrei dire di essere quasi geloso. Continuò a parlare, aspettando eventuali risposte da parte sua, senza distogliere lo sguardo da lei. Non era un problema ammetterlo,il fuoco della passione in Erwin si era già acceso, soprattutto perché era lei, la sua musa ispiratrice.
    Mi domando ancora come fanno a resistere a così tanta bellezza, senza provarci con te realmente, questi qui dentro. Ridacchiò, sorridendo di nuovo nei suoi confronti, continuando a provocarla incessantemente.
     
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    Avevo sempre pensato che Erwin una volta cresciuto davvero sarebbe stato spettacolare, il tipo di uomo per cui qualunque donna avrebbe fatto follie. Io, per mia fortuna, non ero qualunque donna … ma non mi sarei persa una cavalcata su quello stallone per niente al mondo. Non avevo nessuna intenzione di perdere di nuovo l’auror di vista: non ricordavo neanche con esattezza perché ci fossimo separati, probabilmente era stata la voglia di libertà di entrambi a mettere fine a quella sorta di tira-e-molla in cui ci eravamo infilati ai tempi della scuola. Da parte mia io ero sempre stata intrigata e attratta … ma anche spaventata. Odiavo quando qualcuno aveva potere su di me, ed Erwin mi aveva sempre influenzata anche troppo per i miei gusti. Non sopportavo il pensiero di dipendere da qualcuno diverso da mio fratello, che non mi avrebbe mai tradita né mi avrebbe fatto del male. Ero stata anche gelosa di Erwin, qualcosa che non mi era mai capitato in tanti anni. No, non mi piaceva come mi faceva sentire. Ma era come una droga: non potevo fare a meno di lui.

    Ti dico un segreto … nuda sto ancora meglio. Come ricorderai di sicuro.

    Mi chinai verso di lui, come se gli stessi rivelando chissà quale misteriosa arte magica. Non era certo una sorpresa che senza vestiti fossi ancora più bella, e sapevo di poter dire lo stesso sull’uomo davanti a me. Mi chiesi se avesse delle cicatrici, come fosse cambiato quel corpo che qualche anno prima avevo conosciuto alla perfezione. L’idea che potesse aver dimenticato anche solo un secondo delle nostre acrobazie a letto non mi aveva neanche sfiorata ovviamente.

    Sono una prof sexy, lo ammetto … incantesimi. Non potrò più darti ripetizioni purtroppo dissi con un sorrisetto, accennando ovviamente alle nostre ripetizioni speciali che si concludevano sempre con poco studio e molto divertimento Tu invece … Auror, se ho sentito giusto

    Mi ero ovviamente informata su di lui quando ero tornata in Inghilterra. Anzi, non ne avevo avuto bisogno: Rahim, che mi conosceva bene quanto sé stesso, non aveva esitato un secondo a darmi tutte le informazioni che mi potevano servire. Quel santo di mio fratello, dovevo fargli una statua … o forse no! In fondo non era a questo che servivano i gemelli?

    Sanno che sono già impegnata, direi

    Commentai con un mezzo sorriso, accennando ad Erwin proprio davanti a me. Era di gran lunga il più attraente all’interno del locale, e mi piaceva il modo in cui mi squadrava e le occhiate che ricevevo di riflesso dagli altri del locale. Adoravo essere una preda proibita.
     
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    Per quanto ci provasse, non poteva certamente dimenticare Simin. Nel bene o nel male avevano condiviso per anni praticamente tutto e non solo carnalmente. Per tutti o quasi erano una coppia, anche se di fatto non lo erano. Tra tira e molla, scappatelle varie, non eran di certo come le altre coppiette,ma a loro stava bene così, sebbene nessuno avesse mai capito tutto quel che c'era tra loro due. Per quanto non volesse ammetterlo, quella donna aveva sempre parecchia influenza su di lui e per quanto cercasse di andare avanti o per quanto si "sforzasse" di cercare qualcun altro con cui passare il tempo, alla fine tornava sempre da lei, altrettanto il discorso era inverso. Sapeva di piacere a lei e sapeva che lei non poteva far a meno di Erwin. Il punto era che probabilmente nessuno dei due seppe spiegare il motivo per cui si persero di vista: una cosa era certa però, entrambi non avrebbero voluto perdersi di nuovo. L'auror non si era mai spiegato tutta quella storia, il perché si sentisse tanto attratto da lei, era una bellissima donna, anche tutt'ora, probabilmente vi probavano reciplocicamene dei sentimenti, ma era ben diverso dallo standard umano. Insomma, qualsiasi cosa fosse ad entrambi piaceva ed entrambi l'avevano ben in mente, così in passato così come adesso, come se il tempo trascorso lontani l'uno dall'altro non sia mai accaduto.
    Oh certamente lo ricordo. Replicò sorridendo in sua direzione, pericolosamente vicino a lui, tant'è che per qualche istante pensò di baciarla. Si trattenne, semplicemente perché voleva giocare, giocare ancora con lei, anche perché in fondo piaceva anche a lei quel genere di cose.
    Anche se è trascorso molto tempo, magari i miei ricordi sono offuscati e magari potremmo riprendere ciò che è stato lasciato in passato. aggiunse poi ammiccando e sorridendo. Si, non c'era nulla da fare, nonostante tutto era piacevole stare in sua compagnia, lo faceva stare stranamente bene.
    Chi lo dice che non puoi darmi ripetizioni? Magari c'è qualcosa che io ancora non so e in quanto tu professoressa, potresti insegnarmi. continuò a squadrarla, ancora una volta, mentre le ordinazioni arrivarono, iniziando dunque a sorseggiare la sua birra, mentre arrivò un secondo bicchiere per la giovane, sperando che ovviamente avesse finito di tranguigiare quello precedente. Vedo che sei molto informata...Si alla fine sono riuscito a diventare Auror, tra l'altro il più giovane ad esserlo diventato.
    Per lui era motivo di vanto questa cosa. Persino Simin poteva accorgesene di quanto fosse fiero dei propri risultati, ovviamente con una buona dose di arroganza. Ne andava fiero, quindi perché mascherare con falsa modestia? Era tremendamente bravo nel suo lavoro, quindi fu normale vantarsi dei propri successi, dal suo punto di vista.
    Sorrise nuovamente, setendola parlare, soddisfatto del fatto che per un motivo o per un altra, lei fosse impegnata, impegnata con lui, almeno in quel momento e conoscendola dubitava che chiunque altro in quella sala, potesse avere la benché minima speranza con lei.
    Ti rivelo un segreto. Si avvicinò pericolosamente a lei a pochi centienetri dal suo volto e dalle sue labbra, sorridendo in maniera arrogante e continuando il suo discorso, Anzi facciamo due. Non sei impegnata solo in questo momento, lo sei sempre stata con me o vuoi darmi torto? E secondo, potrei dirti tranquillamente che sono geloso di chiunque ti squadra dalla testa ai piedi e i tuoi studenti che possono godere di una così bella vista. Cercò di avvicinarsi ulteriolmene, come se volesse baciarla o quanto meno era ciò che volle far credere alla donna, cambiando radicalmente idea pochi istanti dopo, tornando al suo posto. Si, voleva giocare con lei, con quel tiro a molla, sperando di poter far installare in lei il desiderio di baciarlo, in qualche modo.
     
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    Certi sguardi insistenti parlavano davvero al posto dei loro proprietari. Quello che mi stava rivolgendo Erwin in quel momento ad esempio … beh, c’erano i sottotitoli in grassetto e luminosi. Lui voleva una sola cosa e io anche, ma quel gioco di sguardi e frasi fin troppo esplicite che ci stavano scambiando eccitava entrambi, portandoci sempre più vicini all’orlo del baratro. Mi chiedevo chi avesse il controllo lì, se io o lui … mi piaceva pensare di essere io, ma sapevo che il controllo ondeggiava da me ad Erwin, oscillando come un pendolo. Era impossibile stringerlo fra le dita ed essere davvero la parte dominante. A letto come nella vita vera, fra noi due non poteva esserci davvero un capo, con uno che guidava e l’altro che seguiva docilmente. Ognuno di noi tirava dalla propria parte, avevamo dei desideri e dei sogni ben diversi l’uno dall’altra … eppure, in qualche modo e per qualche ragione, non eravamo mai riusciti a spezzare il legame che ci univa nonostante gli anni passati lontani e le scappatelle reciproche.

    Suppongo che dovremo vedere se la tua memoria è perfetta come credi. Per il bene della scienza, s’intende

    Mormorai divertita, osservandolo e mordendomi il labbro inferiore. Merlino, se era bello. Mi ero dimenticata quanto fosse attraente … pensai che volevo baciarlo, e che non mi sarei accontentata di possedere le sue labbra quel giorno. Era passato troppo tempo dal nostro ultimo incontro per accontentarci di un misero bacio, e lo sapevamo entrambi. Eravamo ben consapevoli del fatto che ci saremmo trovati a rotolarci in un letto fino ad esaurire le energie, eppure temporeggiavamo ancora, neanche potessimo sfuggire al destino.

    Non vedo come una semplice professoressa possa insegnare ad un auror

    Risposi placida, ben sapendo che un paio di cosette come minimo potevo insegnargliele. Tanto per dirne una, ero sempre stata molto più brava di lui con la magia in sé, anche se l’uomo era quasi sempre riuscito ad avere la meglio nei nostri duelli. Lo osservai avvicinarsi, sporgendomi a mia volta verso di lui … e odiandolo, per un lunghissimo istante, quando si allontanò. Sapeva che volevo quel bacio, anche se un contatto così misero non mi sarebbe bastato affatto, e sapeva anche che più a lungo avesse tirato la corda e più mi avrebbe fatta impazzire. Aveva decisamente il controllo in quel momento.

    E come ti farebbe sentire sapere che ho avuto molti, molti altri uomini … e qualche donna … da quando ci siamo separati?

    Lo provocai, appoggiandomi al tavolo in modo da mettere in risalto la mia figura, ben consapevole dell’effetto che avevo su di lui in quel momento. Si poteva giocare in due a quel gioco. Presi un sorso dal bicchiere, osservandolo.

    Perché, in confidenza, sapere che tu sei stato di altre fa impazzire me

    Aggiunsi, divertita, assumendo un tono caldo e roco che prometteva molto più di una bevuta assieme.
     
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    Aveva fatto decisamente bene andare a quel pub, probabilmente fu un segno del destino, destino che volle farli reincontrare. Certamente era una visione filosofica della vita, anche perché lo stesso Erwin non ci credeva. Sapeva di lei che insegnava a scuola e pensò di farle una vera e propria sorpresa presentandosi a scuola uno di quei giorni. Il loro incontrò fu semplicemente anticipato in un luogo molto più consono alle due indole di quelle due persone.
    Loro due erano particolari, ad entrambi piaceva giocare con l'altro, divertirsi, stuzzicarsi e flirtare, nessuno dei due si fermava ed entrambi erano ben consapevoli di avere un certo potere sull'altro. Quel gioco che piaceva da matti, non aveva un netto vincitore, era un costante pareggio, perché entrambi non amavano farsi "sottomettere", odiando perdere, ma soprattutto immaginando di piacere ancora di più all'altro mostrandosi così forti da non lasciare la vittoria all'altro assolutamente. Proprio in quella circostanza fu il chiaro esempio come la loro interazione era quasi simile ad una partita a scacchi. Una mossa ad Erwin, una mossa a Simin; una provocazione l'uno, una provocazione all'altro. Tutto quello per molti poteva stancare o inspazientire, ma loro no, loro amavano farlo, almeno reciplocicamente, gli altri non furono in grado di reggere le loro personalità.
    Ovviamente, bisogna studiare i cambiamenti fisici dell'essere umano, soprattutto se sono passati anni dall'ultima prova. A questo giro non c'era malizia, soltando divertimento. Al di là dell'attrazione fisica, pulsione sessuale che emanavano tutti e due, si divertiva parecchio in sua compagnia, dio solo sa quante cose avevano combinato (tralasciando le acrobazie a letto, ovviamente). Entrambi riuscivano in qualche modo a tirar fuori il meglio dell'altro, pur odiando ammettere che l'uno non riusciva a stare lontano dall'altro. Eppure per anni si persero di vista, questa era una cosa da non dimenticare. Dal punto di vista di Erwin, i motivi furono molteplici e non perché si fosse stancato della donna anzi, ma semplicemente a quel punto doveva pensare a realizzare i propri obbiettivi e avrebbe voluto che fosse così anche per la donna. Non era un'amante dei sacrifici in quel senso del termine, ma fu una scelta spiacevole per lui.
    Oh be fidati, ci sono molte cose che solo tu puoi farmi ricordare. Ripresero a giocare, ammiccando. Era sottinteso a cosa lui si stesse riferendo, ovviamente non erano proprio lezioni di magia e sapeva che probabilmente Simin lo sapeva.
    Mentre beveva continuava ad ascoltare la donna, accennando di come lei e lo stesso Auror in questo periodo di sparizione, potessero aver incontrato e avuto a che fare con molti patner del sesso opposto e di come lei potesse essere presumibilmente gelosa del fatto che fosse stato in intimità con altre donne. Era una provocazione si, ma sapeva anche che realmente potesse esser gelosa delle altre, le fu stampato in faccia, da molto tempo.
    Lo so...Questa cosa fa impazzire anche me, sapere te con altre persone.
    ad un certo punto nella sua vita, realizzò di come lei potesse essere gelosa del fatto che desse attenzioni ad altre donne, le sue reazioni "eccessive" forse erano note a quelle della scuola, come lo erano anche quelle di Erwin. Anche lui si accorse di scoprirsi geloso delle scappatelle della donna, molto spesso finivano in litigi e duelli improvvisati, punizioni di vario genere. Scoprì con la sua stessa medicina quanto fosse tremendo quel sentimento.
    Ma sappiamo entrambi che se non ci fossimo persi di vista e io avrei scoperto qualche tua scappatella, quegli uomini o donne che sia, non sarebbero tornare a casa sulle loro gambe e tu lo sai. Cambiò radicamente umore, in quel momento era come in balia di strani pensieri, si era fortemente geloso di ipotetici compagni di avventure di Simin e sapeva di aver lasciato condurre il gioco alla donna, come era suo solito fare.
    Ma al di là di quello, sappiamo entrambi che ci appartemiano non dimenticarlo mai. Sei l'unica che ha diritto di entrarmi in testa e non solo. Cercò con la mani libera, di afferarle prima i capelli poi la sua guancia per accarezzarle il viso. un gesto gratuito, senza un reale senso, se non per mettere in chiaro ciò che si erano detti e ridetti per molti anni, ma che per lui fosse giusto ripeterlo, per far si che se lo ricordasse.
    E poi sai benissimo che tu non riesci a stare lontana da me. Sono sicuro che dopo la scuola non avresti permesso che altre donne mi avvesero toccate, dato che conosco la tua gelosia e questa cosa mi è sempre piaciuta da impazzire, dato che sei l'unica che è degna di starmi accanto.
     
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    In oriente, esisteva la storia del filo rosso del destino. La teoria voleva che ogni persona avesse un suo partner, una sua metà, destinata a completarlo e a renderlo felice per sempre, e che prima o poi queste due persone fossero destinate a ritrovarsi a prescindere dalla distanza: seguendo il filo rosso, legato al loro mignolo, sarebbero sempre riuscite ad incontrarsi per vivere assieme felici e contenti e cose simile. Io l’avevo sempre considerata una sciocchezza, ovviamente: non ero mai stata del tutto persuasa della realtà del destino, e di certo non credevo che due persone potessero avere un legame così forte e un’importanza così grande per l’universo, da fare in modo che tutto si spostasse e si riassestasse fino a farle rincontrare ogni singola volta. La mia mente razionale mi impediva di pensare una cosa simile, anche se i soggetti eravamo io stessa ed Erwin. Quello che c’era fra noi era diverso, non si trattava di universo o simili. Nessuno aveva mai scelto per noi: ci eravamo lasciati e persi di vista anni prima, e forse era stata una sofferenza per lui quanto lo era stata per me, ma ero certa di una cosa: non saremmo stati gli stessi, non saremmo stati noi se avessimo permesso all’altro di limitarci in qualche modo. Se uno dei due avesse seguito l’altro come un cagnolino ubbidiente, o se entrambi ci fossimo limitati a rimanere assieme dopo la fine di Hogwarts e di quel rapporto altalenante, ero certa che alla fine ci saremmo stancati. Avevo sempre avuto attorno uomini disposti a morire e uccidere per me, che si erano annullati nella vana speranza di ricevere qualcosa in più di un sorriso a fior di labbra. Il fatto che Erwin potesse stare senza di me mi intrigava e mi faceva anche infuriare, perché da sempre pretendevo (e ottenevo) di essere al centro del mondo delle persone che incontravo. Nutrivo l’egoistica convinzione che, se per qualche motivo fossi morta, allora anche il mondo avrebbe smesso di girare e si sarebbe sgretolato in un milione di pezzi. Chiunque avessi mai incontrato non aveva potuto fare a meno di amarmi, invidiarmi o desiderare essere me. Erwin invece … lui era diverso. Fin da Hogwarts era stato il mio contraltare, la gelosia reciproca ci aveva portato a molti scontri e ad urla nei corridoi. Eppure nessuno dei due aveva mai rinunciato alla propria libertà personale solo per la vana e impalpabile promessa di possedere del tutto l’altro. Mi chiesi se quella volta, otto anni più vecchi dell’ultima volta che ci eravamo visti, sarebbe stata la volta buona. Dopo essere finiti a letto, ci saremmo urlati contro come prima? Avremmo litigato furiosamente oppure avremmo stabilito una tregua, un accordo che potesse placarci entrambi? Dubitavo che fossimo diventati entrambi più saggi. Io di certo non lo ero.

    No, non avrei permesso a nessuna di toccarti o guardarti … e tu non vorresti forse fare lo stesso con me?

    Gli rivolsi un mezzo sorriso, alzando il bicchiere e finendolo in un sorso, irritata e gelosa al pensiero di altre donne accanto a lui, a cercare di occupare un posto che era sempre stato mio di diritto. Anche prima di incontrarci e vederci davvero, superata l’infanzia e dopo essere entrati nell’adolescenza, avevamo sempre avuto una certezza: non c’era spazio per altri nella nostra relazione. Eravamo troppo egocentrici, troppo gelosi, troppo desiderosi di essere indispensabili l’uno per l’altra come l’aria o il sole. Le scenate di gelosia e la rabbia erano state all’ordine del giorno fra noi, e a volte ero stata convinta che Erwin odiasse perfino il tempo che passavo con il mio gemello, in cui chiunque che non fosse Rahim passava in secondo piano.

    È per questo che ci siamo separati. Abbiamo bisogno dei nostri spazi, dobbiamo fare a modo nostro

    Richiamai il barista con un gesto imperioso, che rivelava tutte le mie origini nobili: ero nata e cresciuta in una famiglia ricca da sempre, potente dall’alba del mondo, abituata a regnare quando i re non erano che capitribù che annaspavano nel fango e imploravano i miei antenati di benedirli. Io ero nata per il dominio. Non esisteva altra via, non per me.

    Ma non ho mai dimenticato di appartenerti. E spero che tu non abbia dimenticato di appartenere a me
     
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    Dal punto di vista di Erwin, la lontanzana aveva fatto decisamente bene ai due. Senza legarsi forzataente ad un vincolo sfiancante di una relazione, decisamente non avrebbe fatto bene a nessuno dei due e non solo nell'ambito emotivo. Quell'ipotetico rapporto deleterio poteva essere sicuramente dannoso per entrambi. Non ci pensò più di due volte a separarsi da lei, per il bene di Simin, ma principalmente il proprio. Avrebbe preferito ricongiungersi con lei, un po' di tempo prima, ma purtroppo non ne ebbe poi l'occasione di farlo, per via del proprio lavoro che tanto sicuro non lo era.
    Alla fine come si diceva? Meglio tardi che mai no? Aveva già deciso di andare a trovarla a scuola, proprio per questo chiese dei giorni liberi da dedicare alla ragazza, sicuro che non gli avrebbe detto di no per una rimpatriata e non solo.
    Il loro legame era unico, speciale, che andava al di là della comprensione comune, cose che il destino non avrebbe mutato il loro reciploco desiderio di appartenersi l'un l'altro. Proprio perché entrambi erano destinati a stare assieme, che nessuno dei due riusciva mai a staccarsi dall'altro, che persino la casualità giocava a loro favore.
    Questo ardente desiderio, quel sentimento, quella presunzione di avere il possesso dell'altro, era ciò a cui Erwin si appigliava maggiormente, perché amore o meno, provava profondi sentimenti e desideri verso di lei ed era sicuro che anche quest'ultima provava cose simili a quello dell'auror, se non superiori (seppur fossero solo supposizioni dal punto di vista).
    Ti ho già risposto prima, ma presumo che ti piace sentirsi dire, che sono assolutamente geloso e non avrei mai permesso nemmeno che qualcuno potesse pensare a te, figuriamoci toccarti o guardarti. Odiava ammettere di essere geloso di chiunque altro stesse intorno a lei, questo Simin lo sapeva benissimo e giocava quella carta ogni qualvolta si sentiva in svantaggio nel loro gioco. Dunque più che tornare in vantaggio o qualsiasi altra cosa, si sposto con tutta la sedia, per arrivare a sedersi proprio a fianco della giovane, per sentirla vicina e vederla da più vicino.
    Concordo, ma non per questo non ti ho pensato costantemente, ogni giorno della mia vita. Anche se è servito ad entrambi. Ora però siamo qui di nuovo insieme e puoi star certo che ti voglio ancora nella mia vita. paroli forti e decise, pur non amando esporsi così tanto, per lei l'avrebbe fatto, pur mettendosi in aperto posizione di svantaggio contro di lei, ma doveva farlo.
    Nemmeno un singolo giorno. Sei l'unica che può stare al mio fianco, l'unica a cuo voglia legarmi. Si avvicinò ulteriolmente, per poi afferrarle la nuca e avvicinare la testa della ragazza alla sua. Voleva un bacio? Almeno questo giro l'avrebbe ottenuto, unendo le proprie labbra con quella della ragazza, in un semplice bacio a stampo, almeno per il momento sia chiaro, senza ancora staccarsi da lei, attendendo che si stanchasse per prima e decidesse di lasciar perdere o magari darle l'opportunità di mutare quel semplice bacio a stampo in altro.
     
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    La verità, è che eravamo sempre stati due egoisti. Ci eravamo separati per il bene dell’altro si, ma soprattutto per il nostro: io non sarei mai riuscita a viaggiare, non come avrei voluto, se avessi avuto un legame del genere in Inghilterra; e probabilmente neanche Erwin sarebbe riuscito a realizzare i suoi sogni. Oh, aveva fatto male ad entrambi … ma ora, con il senno di poi e ora che la lontananza era finita, non potevo fare a meno di ripetermi che era stata la scelta giusta. Non sapevo se quello che provavo era amore, ma di sicuro era più un bisogno: volevo averlo al mio fianco, perché era l’unico degno di starci. In quegli anni decine di uomini avevano provato a prendere il suo posto ma nessuno, per quanto bello, ricco o potente era mai riuscito a convincermi. La verità era che potevo anche aver avuto mille scappatelle di poco conto, ma alla fine sarei sempre tornata da lui.

    Anche io ti voglio di nuovo nella mia vita. Non ti lascerò di nuovo

    Era una promessa, e io ero sempre fedele alla parola data: ero stata io ad andarmene la prima volta, e quella … beh, ero disposta a rimanere, a scommettere sull’Inghilterra e a soffocare un po’ del mio desiderio di libertà per lui. Dal mio punto di vista, non c’era concessione più grande, era la cosa più simile ad una dimostrazione di affetto a cui potevo avvicinarmi. E poi … successe. Mi resi conto di quanto mi fosse mancata quella bocca e quel tocco solo quando potei finalmente riassaporarla. Dischiusi le labbra, lasciando che quel bacio si trasformasse in qualcosa di molto meno casto, poggiando una mano sul collo di Erwin e sporgendomi verso di lui. Mi staccai all’improvviso, rivolgendogli un mezzo sorriso.

    Vieni

    Non avevo intenzione di dare spettacolo in mezzo alla sala, anche se ero certa che i pochi avventori avrebbero gradito, e mi diressi rapidamente verso le stanze sul retro della Testa di Porco, in cui avremmo avuto un po’ più di privacy.
     
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    Egoisti o altruisti, poco importava, poiché entrambi sapevano benissimo che nessuno dei due riusciva a stare lontano dall'altro, almeno con la mente. Lui pensò ogni giorno Simin, costantemente e persino mentre lavorava, come un chiodo fisso, una ossessione, ma cercava sempre di trattenersi di fare follie o correre da lei per tapparle le ali. Si era ripromesso di lasciarla stare almeno per il momento, per il suo bene e soprattutto per quello della ragazza. Stare lì con lei, le avrebbe impedito di essere ciò che era ora, di fronte a lui: una splendida donna, caratterialmente, fisicamente e anche in termini di carriera.
    Poteva mai ritenersi più fortunato di così? No non lo era, dal punto di vista di molti, non era fortuna, ma una vera sciagiura. Aver a che fare con una tale manipolatrice, casinista, rancorosa, gelosa possessiva, nessuno di loro avrebbero retto la vicinanza della ex serpeverde. Erwin appunto era diverso, allo stesso tempo molto più simile alla ragazza, di chiunque altro. Sapeva alla fine per quanto entrambi si respingessero, si ritrovavano ancora insieme. Pur scenate di gelosie, pur cercando altre persone, era chiaro a tutti, persino a loro stessi che non potevano far a meno dell'altro, quindi cosa c'era altro da dire? Che entrambi avevano abbandonato il loro solito giochetto, semplicemente perché la loro voglia era così alta che non bastò più giocare, non bastò nemmeno quel candito bacio trasformato qualcosa di serio, più interessante e passionale. La loro promessa, quella di non lasciarsi più lui ci credeva davvero. Lei mantenva sempre ciò che prometteva e anche se non fosse la persona da fare cose del genere, sapeva benissimo che da quel momento non si sarebbero lasciati più, basta tira e molla, basta altre persone, solo loro due.
    Solo tu e io, nessun altro. Basta altre persone. Sentenziò Erwin, in maniera prepotente e autoritaria.
    Non è che voleva prevalere e lei doveva acconsentire a mo di cagnolina,ubbidendo fedelmente. Ma lui era fatto così, era arrogante, presuntuoso, deciso, prepotente e autoritario, ma molto di più era tremendamente geloso di altre persone e non avrebbe permesso da quel momento in avanti che qualcuno toccasse lei.
    Quel bacio si era trasformato in qualcosa di molto più serio, entrambi non potevano più trattenersi, la voglia di continuare quella serata e quel bacio era tantissima, tant'è che la donna prese l'iniziativa, prendendo letteralmente di peso anche Erwin, andando verso il retro, dove vi si trovavano le camere che conoscevano fin troppo bene.
    Non ci sarebbe voluto molto a sceglierne una, tanto non importava quale stanza, ne bastava una libera, per poi letteramente buttare al suo interno la ragazza e Erwin stesso, chiudendola a chiave dietro alle spalle del ragazzo.
    Bene bene bene. Riprendiamo da dove ci siamo lasciati. Sorrise in maniera arrogante, prendendo dalle gambe la ragazza, per baciarla così in quella posizione, con passione e foga.
     
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    Eravamo terribili, entrambi. Eravamo terribili nella vita e terribili l’uno con l’altra, perché il primo istinto di entrambi era sempre stato quello di correre dalla persona a cui eravamo più legati solo per tarparle le ali. Eravamo disposti ad azzopparci a vicenda pur di tenere l’altro al proprio fianco, soffocando sogni e speranze sotto una cappa di manipolazioni e gelosia. Io da parte mia l’avrei fatto di sicuro. Volevo tutto o niente, non avrei mai accettato di vederlo con altre. E sapevo che per Erwin valeva esattamente la stessa cosa: per questo ero felice che ci fossimo allontanati tanto quanto ero felice che ci fossimo ritrovati alla fine. Dovevamo stare assieme, era semplicemente l’unica soluzione accettabile … ma era anche vero che se non ci fossimo separati alla fine della scuola, probabilmente avremmo finito con l’ucciderci a vicenda nel senso letterale del termine. Avevamo avuto bisogno di vivere, fare le nostre esperienze lontani l’uno dall’altra, perderci prima di poterci ritrovare davvero senza rischiare di annullarci a vicenda. Mi chiedevo spesso come sarebbe stato, cosa sarebbe successo se in quella primavera di tanti anni prima fossi rimasta, invece di salire su una nave diretta in Francia prima e nel mondo poi. Non lo avremmo mai scoperto, per fortuna il passato era alle spalle e io avevo sempre preferito proiettarmi sul presente.

    Che impaziente

    Lo presi in giro, notando la sua foga – una smania che condividevo appieno – nel buttarmi in una stanza, per poi chiudere il mondo intero fuori dalla porta. Sapevo che non mi sarebbe importato più nulla da quel momento in poi di ciò che succedeva all’esterno: se Lord Voldemort in persona fosse risorto lì nella Testa di Porco, non mi sarebbe importato. Risposi al bacio di Erwin, stringendogli le gambe attorno alla vita mentre le mani andavano a sfilargli la giacca, anche io impaziente di riprendere da dove ci eravamo interrotti anni prima.
     
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    Non era una pura e semplice questione di sesso, la sua impazienta era derivata dalla lontananza fisica tra i due per diversi anni, realizzando i propri sogni e aspettative. Quella mancanza di poter interagire con lei, fare qualsiasi cosa in sua compagnia, affrontare la vita e i pericoli assieme, darsi addosso fino a sgolarsi, manipolare l'altro, la gelosia. Gli mancò tutto quello,persino quando faceva arrabbiare Simin apposta e ritrovarsi contro il muro, dopo uno schiatesimo, amava tutto quello e forse molto di più amava stare con lei. Tutto quell'egoismo, egocentrismo, arroganza e soprattutto la prepotenza di imporre all'altro tutto ciò che volevamo o sentivamo, pretendendo che ricambiasse allo stesso modo era qualcosa di "marcio" ma era il loro modo di affrontare la vita, il loro modo di vivere la loro relazione. Niente della loro vita assieme era normale e nessuno dei due aveva mai usato rifiutare qualcosa del genere; ad entrambi stava bene così, era il solo modo per accettarsi e accettare il fatto che loro due dovevano stare assieme. Ci avevano provato o per lo meno Erwin ad un certo punto durante il corso degli anni a scuola,provato a cambiar punto di vista e vedere se provando ad essere qualcun altro, potesse far funzionare meglio e diversamente quel rapporto,ma nula. Non servì poi a molto visto che entrambi odiavano i cambiamenti o per lo meno quanto riguardava la loro relazione. Nonstante Erwin e la stessa donna odiarono la lontananza, nonostante odiarono che entrambi potessero entrare in intimità con altre persone, cambiò realmente le carte in tavola, migliorando forse il loro stesso rapporto. La lontananza fece bene ad entrambi, seppur rimanendo gli stessi, probabilmente la lontananza fece crescere la consapevolezza che entrambi erano destinati a stare assieme, che entrambi probabilmente provavano amore verso l'altro e che al di là dei tira e molla, nessun'altro poteva stare al fianco di entrambi. Per Erwin c'era soltanto Simin e sicuramente il discorso valeva anche per la patner.
    Sono stato Fin troppo paziente.
    Si fermò un attimo a baciarla,limitandosi a sorridere, continuando a baciarla come stava facendo pochi attimi prima, aiutandola muovendosi di tanto in tanto, per permetterle di sfilare la propria giacca e lasciarla cadere a terra. La serie di baci passionali continuavano, andando però a dedicarsi verso una nuova zona del suo corpo, ovvero il collo, proprio sotto la sua mandibola, avvicinandosi al letto e buttarsi letteralmente sul letto con lei, Continundo a baciarla un po' sulle labbra e un po' al collo, ancora in quella posizione.
    Non dimenticarlo mai, tu sei roba mia. Continuò a ripeterle, salendo l'eccitazione di quel momento tanto desiderato da lui, quanto da lei probabilmente, esercitando più che una lieve pressione al collo,mentre la baciava.
     
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13 replies since 2/5/2020, 18:12   311 views
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